martedì 25 dicembre 2012

La Pillola e il Giappone

In tutti i paesi industrializzati la pillola è il metodo contraccettivo principale? Non proprio in tutti…Ce n’è uno che va controcorrente. E’ il caso del Giappone, la cui reticenza all’uso universale della contraccezione ormonale può essere vista, da diversi punti di vista, o come arretratezza o come una maggior accuratezza nella valutazione del metodo.

Al mondo sono circa 100 milioni le donne che usano la pillola, 12 milioni solo negli Stati Uniti. In Gran Bretagna il 25% circa delle donne, tra i 16 e i 49 anni, usa la pillola, in Giappone uno scarso 1%.

I medici Giapponesi hanno aspettato 40 lunghi anni prima di approvare l’utilizzo della pillola e l’hanno fatto appena nel 1999, dopo aver aspettato che gli studi scientifici sui preparati ormonali siano più approfonditi e moderni. Ma la cautela rimane.

Infatti, se a una donna viene prescritta la pillola, quest’ultima è obbligata a fare una visita medica ogni tre mesi per controllare gli effetti collaterali e eventuali insorgenze di disturbi ad essa correlati o che ne richiederebbero la sospensione.

Inoltre, la loro paura è che le malattie sessualmente trasmissibili possano aumentare. Infatti, la maggior parte dei Giapponesi usa il profilattico, e ciò viene rispecchiato dal bassissimo tasso di malattie sessualmente trasmissibili e HIV.

Il Giappone possiede, inoltre, la minor percentuale di ragazze madri, contro l’altissima percentuale della Gran Bretagna, dove la pillola è molto più utilizzata.

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